La parrocchia di Santa Sabina divenne un felice centro di alta spiritualità, dove si respirava un tonico odore di santità. Qui s’incrociarono –mirabile crocevia di santi- le strade di tante anime elette e privilegiate. Molti trovarono in Giuseppe Frassinetti il maestro, l’amico, la guida, il confessore, il padre spirituale, il confidente, e da qui sono partiti per la conquista del Paradiso e il raggiungimento della gloria degli altari.

Ricordiamo, qui di seguito, alcuni dei più importanti amici e ammiratori del Frassinetti.

San Giovanni Bosco fu grande amico del Frassinetti ed attualizzatore di molti suoi principi ascetico-pedagogici. Don Francesia in “Le ultime passeggiate di Don Bosco” scrive: “A Genova fu guida nella città don Giuseppe Frassinetti che Don Bosco ci presentò dicendo: Ascoltatelo con attenzione, perché sa più lui che un’intera biblioteca”.

Santa Paola Frassinetti, sua sorella e fondatrice delle suore Dorotee visse con lui vari anni nella canonica di Quinto e si può giustamente definire sua discepola oltre che sua sorella. Il primo piccolo gruppo delle Doretee sorse a Quinto e Don Giuseppe fu per loro guida e padre.

Sant’Antonio Maria Giannelli, vescovo di Bobbio, fu suo maestro di retorica e intimo amico, con lui collaborò per fondare la Congregazione del Beato Leonardo e con lui condivise l’opposizione e la persecuzione.

Santa Maria Domenica Mazzarello, fondatrice delle suore di Maria Ausiliatrice fu sua penitente, a lui si rivolse per la revisione delle regole del gruppo di Figlie di Santa Maria Immacolata di Mornese, e tramite lui arrivò a Don Bosco.

Il beato Tommaso Reggio arcivescovo di Genova suo amico e penitente fondatore delle Suore di Santa Marta fu suo discepolo e il Frassinetti divenne “maestro del suo sacerdozio”. Mons. Faldi afferma che non si comprenderà mai don Tommaso Reggio senza tener presenta la nobile figura del Priore di santa Sabina. Fu un continuatore della linea pastorale del Priore, come lui vivente ne era stato audace fiancheggiatore, sia come prevosto sia come rettore del seminario a Chiavari.

Il beato Agostino Roscelli fondatore delle Figlie di Maria Immacolata, fu tra i chierici iscritti alla Congregazione del Beato Leonardo. Egli si mantenne legato al suo maestro e consigliere senza interruzione e con lui “formò un cuor solo e un’anima sola”. Collaborò ancora con don Montebruno nell’istituzione della Casa per gli Artigianelli

Santa Clelia Barbieri fu fondatrice delle Suore Minime dell’Addolorata. Ella proveniva dalle Figlie di Santa Maria Immacolata. Il magistero e il consiglio spirituale del Frassinetti la indirizzò a impegni piú totalizzanti. Intorno a lei cominciarono a ruotare le ragazzine del suo paese e con esse inizia una delle Pie Unioni delle Figlie dell’Immacolata.

La beata Rosa Gattorno fondatrice delle Figlie e dei Figli di Sant’Anna fu una grande collaboratrice del Frassinetti come presidente delle Figlie dell’Immacolata di Genova e molto deve al Frassinetti per la revisione e l’approvazione delle regole della sua Congregazione. Era vedova e un suo figlio divenne sacerdote nella casa dei Figli di Maria diretta da P. Piccardo, che si considerava come “secondo figlio”.

Beata Eugenia Ravasco fin da bambina rimase orfana e fu affidata ad una zia che abitava a Genova; sotto la guida del Frassinetti e del canonico Salvatore Magnasco assimilò un grande amore per i poveri. Si consacrò al Cuore di Gesù, e cominciò a prestare la sua opera nelle parrocchie e negli ospedali della città, ospitò a casa sua adolescenti, e bimbi poveri.

 

Si devono inoltre elencare:

  • Il servo di Dio Francesco Montebruno fondatore degli Artigianelli.
  • Il servo di Dio Giacinto Bianchi.
  • La serva di Dio Virginia Avio.
  • La serva di Dio Rosa Cordone
  • La serva di Dio Rosina Pendemonte.
  • Il servo di Dio mons. Salvatore Magnasco.

Usando un’immagine strappata alla medicina, la parrocchia del Frassinetti si può definire una vera “incubatrice di santità”, dalla quale prese alimento un numero considerevole di persone, il cui fondamentale scopo era la propria santificazione.
In quella caldissima culla di fede, in cui tante anime si arricchirono e progredirono nella santità, ardeva ininterrottamente il sacro fuoco dell’amore divino e tutti in esso coinvolgeva e attraeva; questo perché egli era innamorato di Dio. Don Giuseppe Frassinetti fu per i genovesi del suo tempo ed è ancora oggi per i suoi figli, per i lettori delle sue opere un faro a luce fissa, da cui partono illuminati e potenti raggi per rischiarare il percorso spirituale di coloro, che, affidandosi alla sua guida paterna, tendono con forza a diventare santi.

Il momento più qualificante della vita dei santi è il passaggio all’eternità; inizia per loro il giorno senza fine, senza più nubi, senza più dolori. Alle tre del pomeriggio del 2 gennaio 1868, il Priore di Santa Sabina don Giuseppe Frassinetti, all’età di 63 anni, chiudeva gli occhi sulle miserie umane per aprirli sulle infinite ricchezze eterne, alle quali da sempre aveva creduto con intensità: «Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli»(Sal 116, 15).

Il popolo di Santa Sabina intuì la santità del proprio pastore e “…appena morto, molti si raccomandavano a lui come a un santo”; “…tutti, piangendo, domandavano un ricordo di lui e si diedero a tagliuzzare il suo letto di legno e le sue vesti, per averne qualche reliquia”. Il popolo – voce di Dio – lo aveva già canonizzato, perché aveva riconosciuto in lui quelle virtù, che la Chiesa ritiene necessarie per l’elevazione di una creatura agli onori degli altari.

Giuseppe Frassinetti era nato a Genova il 15 dicembre 1804, da Giovanni Battista e Angela Viale. Ebbe tre fratelli (Francesco, Giovanni e Raffaele, che divennero anch’essi sacerdoti) e una sorella: Paola, ora santa, fondatrice delle Suore di Santa Dorotea. All’età di quattordici anni perse la madre, trovando conforto nella fede e nella devozione alla Madonna. Intraprese gli studi nel Seminario di Genova, dove si distinse per maturità e diligenza. Ordinato sacerdote (22. 09. 1827) si dedicò con tutto il cuore alla sua nobile missione, di cui era innamorato.

Insieme con l’amico Don Luigi Sturla fondò un’associazione per la promozione spirituale e intellettuale del giovane clero: la Congregazione del Beato Leonardo, che ebbe in Genova vasta risonanza e benefico influsso sulla spiritualità sacerdotale. Nel 1831 fu nominato parroco a Quinto al Mare, dove svolse un generoso e illuminato apostolato. Con lui, insieme a due vice parroci, collaborò anche la sorella Paola, che proprio a Quinto iniziò – con l’aiuto e la guida del fratello – la prima comunità del suo Istituto.

Nel 1839 divenne parroco di Santa Sabina, nel cuore della vecchia Genova, a ridosso del porto, in un quartiere popolare con gravi problemi morali ed economici.

Si fece tutto a tutti unendo lo zelo per la liturgia all’assistenza dei poveri, la catechesi e la predicazione all’organizzazione del laicato in pie associazioni, il ministero del confessionale all’apostolato della penna.

Ha lasciato un centinaio di opere, per lo più dirette alla gente semplice per esortarla, con un discorso chiaro e accessibile, al cammino della santità. Alcuni scritti più impegnativi sono rivolti ai ministri di Dio, come il Manuale pratico del Parroco novello e il Compendio della Teologia Morale di Sant’Alfonso de Liguori, che ebbero numerose ristampe e svariate traduzioni.

Teologo spirituale, moralista, scrittore di ascetica e mistica, fu un apostolo della devozione al SS. Sacramento e della Comunione frequente. Ebbe una grande devozione alla B. V. Maria e una filiale obbedienza verso il Papa. Seguace della morale alfonsiana, ne condivise il rifiuto del rigorismo giansenista, l’attenzione all’uomo nella sua realtà concreta e la fiducia nella misericordia di Dio.

Promosse le vocazioni alla vita consacrata e – in modo particolare – al sacerdozio. Anche per questo ebbe una speciale stima per la castità e la promosse con gli scritti, la parola e l’esempio. Ebbe relazioni di collaborazione e amicizia con numerose figure di uomini e donne di Dio del suo tempo e scrisse valide riflessioni sulle Amicizie Spirituali.

Durante i moti rivoluzionari del ’48 fu perseguitato e ritenne opportuno andare “in esilio” a S. Cipriano di Valpolcevera, dove si dedicò agli studi di spiritualità.

Ebbe un ruolo decisivo nello sviluppo di una nuova esperienza di consacrazione nel secolo: le Pie Unioni delle Figlie e dei Figli di S. Maria Immacolata.

Promosse tra di essi delle Case di vita comune, per una più ardente realizzazione della carità fraterna.

Una Casa di vita comune dei Figli di Santa Maria Immacolata (1866) divenne, sotto la sua direzione, un’Opera vocazionale per l’avviamento dei giovani poveri allo stato ecclesiastico. Trovava così concreta attualizzazione lo zelo per le vocazioni che lo aveva accompagnato per tutta la vita. Alla sua morte, la direzione della Casa fu assunta da don Antonio Piccardo (allora diacono), che la portò a rigoglioso sviluppo, fino alla sua erezione in Congregazione religiosa (1903).

Giuseppe Frassinetti chiudeva la sua giornata terrena il 2 gennaio 1868, a seguito di un’inaspettata polmonite fulminante.

Ha lasciato un’immensa eredità di fede, virtù, carità pastorale, sapienza e santità.

Nell’immenso coro dei riconoscimenti enumeriamo le voci di quattro Papi:

  • Pio IX definisce il Frassinetti (era ancora vivente): “Sacerdote di provata virtù e di sicura dottrina”,
  • Pio X lo chiama: “Personaggio illustre e sacerdote di eccellentissima pietà e di singolare dottrina”,
  • Pio XI dice di lui: “Il suo nome è di per sé una raccomandazione”,
  • Pio XII ne parla come di un“sacerdote chiaro per santità e dottrina, la cui memoria è rimasta davvero una benedizione per la Chiesa universale”.

Queste dichiarazioni che precedono il riconoscimento ufficiale delle virtù eroiche di Don Giuseppe Frassinetti, reso pubblico dalla Congregazione delle Cause dei Santi il 14 maggio 1991, sono davvero un arco di trionfo eretto in suo onore.

Verso il sacerdozio

 Nascita Genova 15 dicembre 1804
Battesimo 16 dicembre 1804
Cresima Genova, Duomo 9 aprile 1817
Morte della madre, Angela Viale Genova 6 gennaio 1819
Alunno esterno in Seminario Genova 1819
Sacra tonsura e ordini minori Genova 2 aprile 1824
Ordine del Diaconato Savona, Cattedrale 9 giugno 1827

 

Attività apostolica

 

Ordine del Presbiterato Savona, Cattedrale 22 settembre 1827
Parroco a Quinto al Mare Quinto al Mare 16 luglio 1831
Fondazione Cong. B. Leonardo Genova 1831
Scoppia il morbo del colera Quinto al Mare 1835
Prime pubblicazioni Riflessioni proposte agli Ecclesiastici  

1837

Parroco di Santa Sabina Genova 1 giugno 1839
Fuga e allontanamento forzato, come un “esilio” San Cipriano in Valpolcevera  

1848-1849

Morte del padre, G. B. Frassinetti Genova 1853
Fondazione Soc. Mutuo Soccorso Genova 1854
Pia Unione delle Figlie di S. Maria Immacolata  

Mornese – Genova

 

1856

Inizi della Pia Unione dei Figli di S. Maria Immacolata  

Genova, Santa Sabina

 

14 novembre 1860

Inizio della vita in comune Genova, Santa Sabina 14 gennaio 1866
Primi giovani candidati al Sacerdozio Genova, Via Lata 30 maggio 1866
Santa morte Genova, Santa Sabina 2 gennaio 1868

  

Verso la gloria

 

Processo can. ord. diocesano Genova 28 gennaio 1916
Processo canonico romano Città del Vaticano 1918
Processo canonico “De non cultu” Città del Vaticano 1931
Ricognizione e traslazione salma Genova, Casa Madre 16 aprile 1934
Riconoscimento eroicità delle virtù Città del Vaticano 14 maggio 1991

L’ardentissimo zelo del Frassinetti, fin dai suoi primi mesi di sacerdozio, si estese a ventaglio in tutti i campi che gli fu possibile raggiungere. Con fervore si aprì:

  • all’attività catechetica verso i ragazzi,
  • agli incontri spirituali con i seminaristi,
  • al delicato e faticoso ministero delle confessioni,
  • a intelligenti iniziative per favorire una seria formazione dei giovani sacerdoti,
  • a risvegliare una fervorosa devozione alla Madonna,
  • a una coraggiosa campagna a favore dell’Eucarestia, contro le velenose teorie gianseniste,
  • a una predicazione facile e accessibile a ogni genere di fedeli,
  • a un’assistenza sistematica delle famiglie povere.

 

Queste sue molteplici cure pastorali erano sostenute, oltre che da opere di carità e di misericordia, anche da una prodigiosa produzione letteraria:

  • di opuscoli popolari di facile comprensione,
  • di concrete riflessioni sulla vita reale di ogni giorno,
  • di opere catechistiche aperte a tutte le età,
  • di trattati di teologia dogmatico-morale, adottati da molti Seminari per i loro studenti,
  • d’illuminate regole per i vari rami della vita consacrata,
  • di documenti dottrinali per confutare i nocivi errori dell’epoca,
  • di scritti ascetici dai contenuti semplici e pratici,
  • di acute industrie spirituali per eccitare il credente alla santità,
  • di saggi articoli in collaborazione con vari periodici.

 

I suoi scritti nascono dalla sua ricca vena di santo sacerdote perché servono a lui nella ricerca delle strade che conducono alla santità e nell’esercizio quotidiano del suo ministero parrocchiale. Essi sono il frutto sano e maturo delle esperienze vissute con il suo popolo e per il suo popolo e sperimentate sulla propria pelle. Si può affermare che i suoi libri siano lo specchio limpido della sua esistenza sacerdotale e una guida veritiera per conoscerne la vita e la personalità.

Il giovane sacerdote Giuseppe Frassinetti, bruciando rapidamente le tappe e sovvertendo le abituali regole della Chiesa – sempre molto prudente e attenta a non bruciare i suoi sacerdoti -, a soli 27 anni è già parroco a Quinto al Mare. La parrocchia di Quinto al Mare, composta per lo più da famiglie dedite alla dura professione di marinaio o di pescatore, non godeva buona salute spirituale. La naturale tendenza al divertimento immorale, le numerose unioni illegali, la normale lontananza da casa degli uomini a causa del loro lavoro in mare, la scarsa partecipazione ai Sacramenti, facevano di Quinto un ambiente venato di paganesimo, sovraccaricato dal conseguente lassismo dei costumi. Gli otto anni trascorsi dal Frassinetti a Quinto produssero nella parrocchia effetti davvero mirabili, tanto che la situazione morale fu quasi capovolta e la vita religiosa conobbe un’autentica primavera. L’azione capillare del suo ministero, che sapeva dare importanza tanto alle “cose” piccole come a quelle grandi, attirò giustamente l’attenzione dell’Arcivescovo, che lo giudicò maturo per guidare una parrocchia più impegnativa. I suoi preziosi talenti umani e sacerdotali non potevano restare più a lungo nascosti e riservati a pochi fedeli, ma dovevano essere posti a totale disposizione di un numero maggiore di credenti. La grande Genova, che, sempre più inaridita nella fede, aveva urgente necessità di dissetarsi, a larghi sorsi, alle sorgenti della santità, aveva già prenotato nel Frassinetti il suo pastore ideale. La centralissima parrocchia di Santa Sabina, in totale rovina, anche materiale, aveva assoluto bisogno di un restauratore valido, infaticabile, innovatore. Ed eccolo al lavoro. Per quasi 29 anni (dal 1839 al 1868) don Giuseppe Frassinetti, con il titolo di Priore, guidò il gregge di Santa Sabina:

–      con la saggezza dell’uomo illuminato,

–      l’interesse del padre amorevole,

–      la vivacità del promotore d’innumerevoli iniziative,

–      la severità del pastore senza compromessi,

–      la fermezza del teologo senza smagliature,

–      la risolutezza del medico senza debolezze.

La stessa città di Genova, bisognosa di nuovi esempi di rettitudine e di virtù, città disorientata per l’evoluzione dei tempi, il ruolo di centralità nei moti rivoluzionari per l’indipendenza d’Italia, trovò in lui un faro che indicava il cammino, una difesa contro gli sbandamenti e un medico che con amore si curvava sulle sue ferite. La parrocchia di Santa Sabina divenne un centro di spiritualità e un punto di riferimento per il clero e per i fedeli.

Il Servo di Dio Giuseppe Frassinetti, è uno dei numerosi apostoli che,“summa cum laude”, supera brillantemente l’esame dell’amore, cui Gesù lo sottopose e che equivale alla donazione totale di se stesso alla Chiesa di Dio, ottenendo a pieno titolo il brevetto di Padre e Maestro per pascere, educare, guidare, istruire i suoi “figli-discepoli”.    Egli insegna in nome di Gesù e mai a titolo personale. Ne sono fulgida prova l’esemplare obbedienza, l’umile sottomissione e il deferente ossequio al Sommo Pontefice e al suo Arcivescovo. Solamente da loro, infatti, ricevette il sublime mandato di sedere in “cattedra”; a essi sottopose i suoi scritti e i suoi insegnamenti per ottenerne l’approvazione, agendo con loro sempre in piena sintonia.

Il Decreto Pontificio del riconoscimento delle virtù eroiche (che lo dichiarava “Venerabile”), tra le altre note relative all’eminente santità del Sacerdote genovese, mette in risalto proprio la sua duplice caratteristica di Padre e di Maestro. Egli, come si addice a un vero pastore che vuole essere Padre e Maestro, condivide con i suoi figli gioie e dolori e distribuisce loro i doni della divina grazia, esorta i buoni perché diventino migliori e aiuta i tiepidi a ravvivare la fede, spinge i peccatori a tornare sul retto sentiero e induce le anime consacrate a dare testimonianza di fedeltà al Vangelo.

È il vero Padre-Maestro che sale in cattedra. La parrocchia è la sua aula e l’altare la sua cattedra. Prolunga il suo insegnamento con l’adorazione a Gesù Sacramentato, con l’assiduità al confessionale e con i colloqui di direzione spirituale.

Tutta la sua esistenza – eccelsa per virtù, per esemplarità, per santità, per amore, per fedeltà al dovere, per adesione allo spirito del Vangelo, per dedizione e totale donazione di sé al gregge a lui affidato da Dio e dai suoi superiori – è per noi la migliore definizione del Frassinetti:Padre e Maestro.

Leggendo la vita del Servo di Dio Giuseppe Frassinetti, ci s’imbatte spesso in belle brigate di giovani, figli carissimi intorno al padre.

Cosicché i giorni agitati del buon parroco di Santa Sabina respirano un’aria di gioventù. Pur sapendo che ogni santo è un capolavoro degno di ammirazione, ci si accosta con maggior simpatia a quei santi intorno ai quali sta un’allegra schiera giovanile. Così è del Frassinetti.

La sua personalità non comune, fatta di fierezza virile e delicatezza materna, intelletto fervido e volontà indomita, sovrana carità in opere e in parole, bastava per diventare un centro di attrazione spirituale. Affascinava con dolce fortezza coloro che ebbero modo di sperimentare da vicino l’ardore della sua anima. Tra questi alcuni giovani che scoprirono la santità senza tanti calcoli e tante diffidenze. Il problema dell’educazione della gioventù, sempre urgente e pieno di angustie in ogni epoca, assorbì le forze di una schiera di santi educatori. Giuseppe Frassinetti fu un provvidenziale apostolo nella Chiesa genovese del secolo scorso. Dalle sue opere e dai suoi scritti egli ci appare con tutte le qualità del vero educatore.

Si mette a contatto con tutte le anime, non agisce secondo schemi artificiali e astratti dalla vita, ma piuttosto secondo una visione obiettiva e completa di quel complicatissimo essere che è l’uomo. Sa farsi amare e con la fiaccola dell’amore illumina l’innocenza di uno o purifica la miseria dell’altro. Perciò, pur potendolo fare per le sue alte doti, non s’impone e non costringe, ma cerca di sviluppare nei giovani quella diversa personalità che Dio ha dato a ciascuno di essi. Non ama generalizzare o scrivere belle frasi da educatore a tavolino. Trascura la consolazione dei risultati immediati, non ha la fretta dell’educatore debole e incerto. Non sente l’ambizione delle parate esteriori ma preferisce coltivare i suoi uno per uno, cercando di studiarli come sono in realtà. Dà un’educazione forte e generosa: un sì detto a Dio con cuore aperto e mai più ritirato; un’educazione gioiosa fondata sul sano ottimismo delle risorse e delle vicende umane come effusione della bontà di Dio, un’educazione alla vita eroica intesa come semplice e luminoso compiere bene il proprio dovere. Le norme pedagogiche del Frassinetti sono frutto della sua personale esperienza. Nessuna di esse procede a priori ma tutte sono conseguenza di un lavoro ideato e fatto in concreto. Così il Frassinetti gode il vantaggio di poter dare suggerimenti già provati e collaudati dalla pratica di vita tra i giovani. Sin dall’inizio del suo sacerdozio si è occupato di educazione cristiana in senso pieno. Ha ideato e attuato associazioni e fondazioni a favore della gioventù, scrivendo anche molti opuscoli sull’argomento.

Altra caratteristica dell’attività educativa del Frassinetti è il suo equilibrio e la sua discrezione. Non pretende di fare di tutti degli eroi e delle anime straordinarie. Sa che le anime straordinarie il Signore le suscita a suo piacimento e se le governa da solo. Per il resto usa moderazione, non esagera mai, non vola in braccio alla fantasia, prende le cose come sono, realista senza crudezza, ottimista senza sogni. Rispetta sempre l’armonia tra natura e soprannatura, non sostituisce e nemmeno svincola mai l’una dall’altra. La sua pedagogia è tutta spirituale e sacramentale ma non trascura quei dati positivi e negativi che ognuno porta nella sua natura; gli uni per essere valutati nel loro pieno valore e gli altri per essere corretti e riformati. La prassi educativa del Frassinetti è in sintesi semplice e discreta ma sostenuta da una forte convinzione oltre che da idee chiare, precise ed efficaci, espresse in una prodigiosa produzione letteraria.Ogni educatore degno di questo nome, parte convinto dell’eccellenza della sua missione e della possibilità di un risultato concreto. Questa idea basilare si adeguerà poi ai tempi e all’ambiente, non si fisserà in uno stampo unico ed esclusivo, pur salvaguardando l’unità dell’educazione. Per sua natura l’educazione non porta alla dispersione e in questo sta la semplicità. La discrezione invece deriva dal riguardo verso i singoli individui che hanno un volto proprio e un’anima propria. Questo rispetto segna i tempi della progressività dell’educazione, che è lenta nella sua maturazione ma tale che conduca all’indipendenza dell’educato. Proprio come succede alla madre il cui ufficio è di allevare il figlio fino a quando si può staccare da essa, per una vita indipendente. Per usare una formula sintetica: per il Frassinetti l’educazione è un’offerta di idee e d’amore e in ciò sta l’alta nobiltà dell’opera dei sacerdoti che sono per missione degli educatori.

Testo di Mons. Valentino Vailati

La preghiera è necessaria per la Beatificazione di Padre Giuseppe Frassinetti. Ogni nuovo beato è un dono nella Chiesa e per la Chiesa.

 

PREGHIERA D’INTERCESSIONE

Padre Santo,

Ti preghiamo di elevare agli onori degli altari il Tuo servo Giuseppe Frassinetti, se è di Tua maggior gloria.

Egli amò profondamente Gesù Cristo, Sommo ed Eterno sacerdote, e con la grazia dello Spirito Santo lo testimoniò con la vita, le parole e gli scritti.

Con grande ardore promosse la santità nel Popolo di Dio, sostenne le vocazioni alla vita consacrata e sacerdotale, curò la formazione umana e cristiana delle giovani generazioni, diffuse la devozione eucaristica e mariana in comunione con il Papa.

Per la Tua misericordia, per i meriti della Vergine Immacolata e con l’intercessione di Giuseppe Frassinetti, ti preghiamo di concederci la grazia… che ci sta tanto a cuore. Amen.

(Padre nostro, Ave Maria, Gloria)

 

Dirigiamo la nostra preghiera a Dio con l’intercessione del Venerabile Giuseppe Frassinetti! Il Signore si compiace di ascoltare le preghiere di coloro che affidano a Lui la propria vita. La tua offerta è utile per accelerare il processo di Beatificazione.

Ti invitiamo a visitare e pregare sulla tomba di P. Giuseppe Frassinetti: ISTITUTO ANTONIO PICCARDO, Via Jacopo Ruffini 14, 10128 GENOVA.

Come segno di gratitudine per grazie ottenute, ti preghiamo di informare:

POSTULAZIONE GENERALE FSMI, via del Mascherone, 55 00186 ROMA; e-mail: postulazionefsmi@yahoo.it

Principali

  • Fassiolo Domenico, Memorie storiche intorno alla vita del sac. Giuseppe.  Priore a S. Sabina in Genova, Tip. della Gioventù, Genova 1879; ristampato in: (COLLANA CENTENARIO) Edizioni Risonanze, Roma 2003.
  • Revelli Giovanni Battista, II Servo di Dio Giuseppe Frassinetti, Tip. Pontificia Mareggiana, Bologna 1910.
  • Olivari Carlo, Della vita e delle opere del Servo di Dio sac. Giuseppe Frassinetti, Priore a S. Sabina in Genova, Fondatore dei Figli di S. Maria Immacolata, Tip. Poliglotta Vaticana, Roma 1928.
  • Faldi Emilio Felice, II Priore di S. Sabina, il Servo di Dio Don Giuseppe Frassinetti, Scuola Grafica Don Bosco, Genova Sampierdarena 1967.
  • Teodosio da Voltri, Un Prete Rinnovatore, ritratto di Giuseppe Frassinetti, TipoLitografia Opera SS. Vergine di Pompei, Genova 1969.
  • Renzi Giordano, Giuseppe Frassinetti, Edizioni Risonanze, Roma 1995.
  • De Angelis Augusto, Il Venerabile Giuseppe Frassinetti, Manila 1997.
  • Falasca Manfredo Paolo, Vita del Venerabile Giuseppe Frassinetti, Cantagalli, Siena 2004.
  • Falasca Manfredo Paolo, Storia di un parroco, il Ven. Giuseppe Frassinetti – Fondatore dei Figli di Santa Maria Immacolata (ed. maggiore), Cantagalli, Siena 2006.
  • Puddu Francesco, Giuseppe Frassinetti. Un pastore al servizio della santità universale, Velar, Gorle (BG) 2013.

Studi ed articoli illustrativi

  • Anonimo, Studio critico e biografico sulla figura di G. Frassinetti, nel periodico «Kirchenblatte» di Salzburger 1868, tradotto in italiano dal P. Giuseppe Melandri S.J. con note. L’articolo consta di 11 puntate dal titolo: «Giuseppe Frassinetti Priore a S. Sabina in Genova, egregio sacerdote parroco e scrittore di opere ascetiche e morali, pubblicate dal 20 maggio al 3 settembre.
  • Capurro Giuseppe, Giuseppe Frassinetti e l’opera sua – Studio storico-critico con un catalogo generale delle opere edite e inedite dello stesso Frassinetti, Tip. della Gioventù, Genova 1908.
  • Anonimo, D. Giuseppe Frassinetti (1804-1868), in «Civiltà Cattolica», vol. I, 82, (1931), pp. 50-63.
  • Vaccari Giovanni, S. Giovanni Bosco e il Priore Giuseppe Frassinetti, Porto Romano 1954.
  • Bogliolo Luigi, S. Giovanni Bosco e il Servo di Dio Giuseppe Frassinetti – L’affinità spirituale nella luce del Vaticano 2°, Edizioni Risonanze, Roma 1966.
  • Cacciotti Venturino, Due brevi saggi frassinettiani, pro manuscripto, Roma 1968.
  • Mocerino Gemma, Contributi inediti della biografia di Giuseppe Frassinetti, Tesi di laurea all’Università Cattolica S. Cuore di Milano, 1970.
  • Benitez Emilia, II Servo di Dio Don Giuseppe Frassinetti: Figura – Temi fondamentali dei suoi scritti spirituali, Tesi di laurea alla Facoltà Pontificia di Scienze dell’Educazione di Torino, 1973.
  • Vailati Valentino, Un maestro di vita sacerdotale, II Servo di Dio Giuseppe Frassinetti, Postulazione Generale, Roma 1977.
  • Renzi Giordano, Giuseppe Frassinetti e le sue Opere Ascetiche. Catalogo bibliografico generale delle Opere edite e inedite del Servo di Dio, Postulazione Generale, Roma 1979.
  • Posada Maria Esther, Storia e santità. Influsso del Teologo Giuseppe Frassinetti sulla spiritualità di S. Maria Domenica Mazzarello, (IL PRISMA, 11) LAS, Roma 1992.
  • Porcella Maria Francesca, La consacrazione secolare femminile. Pensiero e prassi in Giuseppe Frassinetti, (ORIZZONTI, 13) LAS, Roma 1999.
  • Bruzzone Daniele – Porcella Maria Francesca (a cura di), La formazione alla santità nella Chiesa genovese dell’Ottocento. Il contributo di Giuseppe Frassinetti, (SPIRITO E VITA, 35) LAS, Roma 2004.
  • Quadraccia Mario, Il Ven. Giuseppe Frassinetti, “Fautore di Santi”, (COLLANA CENTENARIO) Edizioni Risonanze, Roma 2004.
  • Cacciotti Venturino (a cura di), Miscellanea Minor I, Edizioni Risonanze, Roma 2009.
  • Cacciotti Venturino (a cura di), Miscellanea Maior I – II, Edizioni Risonanze, Roma 2010 – 2011.

Siamo una congregazione clericale di Diritto Pontificio da 1904

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