In: Vita della Chiesa

L’11 febbraio 2018, Papa Francesco ha firmato un documento della Congregazione per il culto divino che stabilisce la celebrazione di Maria, Madre della Chiesa nel lunedì dopo la Pentecoste, con memoria obbligatoria per tutta la Chiesa universale.

Il titolo di “Madre della Chiesa”, attribuito a Maria è legato alla promulgazione della Costituzione Dogmatica “Lumen Gentium” il 21/11/1964 e con l’Anno Santo della Riconciliazione venne proposto alla devozione dei fedeli con una Santa Messa Votiva.

Paolo VI, in quel discorso, cita S. Ruperto che descrive Maria “portio maxima, portio optima, portio precipua, portio electissima” della Chiesa, e annota che è la prima volta che un Concilio Ecumenico presenta una sintesi così vasta circa il posto che Maria SS.mm. occupa nel mistero di Cristo e della Chiesa.

“La conoscenza della vera dottrina cattolica su Maria costituisce sempre la chiave per l’esatta comprensione del mistero di Cristo e della chiesa”.

“La realtà della Chiesa non si esaurisce nella sua struttura gerarchica, nella sua liturgia, nei suoi sacramenti, nei suoi ordinamenti giuridici, perché la sua efficacia santificatrice è da ricercarsi nella mistica unione con Cristo”.

“La funzione materna è il fondamento della speciale relazione che Maria ha non soltanto nei confronti di Cristo, ma anche di tutto il popolo cristiano”.

E in segno di gratitudine per l’assistenza amorosa al lavoro del 3° periodo conciliare esortava con le parole di S. Ambrogio: “Sia in ognuno l’anima di Maria per magnificare il Signore, sia in ognuno lo spirito di Maria per esultare nel Signore”.

Dopo il 1978 Giovanni Paolo II concesse alle Conferenze episcopali la possibilità di venerare Maria, inserendo l’invocazione “Madre della Chiesa” nelle Litanie Lauretane.

Già prima del decreto alcuni ordini religiosi e alcune Conferenze episcopali celebravano, nel rito romano, la memoria liturgica, sia con l’Eucaristia, sia nella Liturgia delle ore.

Nel decreto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti si tiene conto che in Polonia e in Argentina, a questo titolo di Maria era fissato, per la celebrazione liturgica, il lunedì dopo la Pentecoste, che quest’anno cade il 21 maggio, mese considerato in Italia mariano per eccellenza.

Nello stesso documento sono fissati i testi latini che saranno tradotti a cura delle Conferenze Nazionali.

La maternità ecclesiale di Maria fu già oggetto delle riflessioni di S. Agostino, quando arriva alla conclusione che Maria è Madre delle membra di cristo perché coopera alla rinascita battesimale dei fedeli attraverso le quali ogni battezzato è unito al Signore e alla Madre del Signore.

S. Leone Magno evidenzia che Maria è allo stesso tempo Madre del Figlio di Dio e delle membra del suo Corpo Mistico, cioè della Chiesa.

Questi insegnamenti dei Padri trovano radice nei libri del N.T. Al Cenacolo c’era la Madre di Gesù, come alle nozze di Cana dove avvene la prima manifestazione della gloria di suo Figlio. a Gerusalemme, invece, insieme con i discepoli attende lo Spirito Santo che viene ad animare la Chiesa.

Da allora, sotto l’azione dello Spirito Santo effuso da Gesù, la Chiesa sta imparando a camminare nel tempo della sua storia conservando premurosamente questa presenza materna, quella presenza donata da Gesù come un’eredità mentre completava sulla core la sua esistenza terrena.

Nel corso dei secoli la pietà cristiana ha onorato Maria come Madre dei discepoli, dei fedeli e dei credenti e come “Madre della Chiesa”, come appare nei testi di autori spirituali e del magistero di Benedetto XIV e Leone XIII.

Nel documento della Congregazione per il culto si sottolinea che “Maria accettò il testamento d’amore del Figlio e nel Cenacolo inizierà la sua missione materna”

La novità liturgica va letta come una ricezione della comprensione che la Chiesa ha di Maria nella storia della Salvezza, come una promozione per favorire la crescita nei pastori, nei religiosi e nei fedeli dell’afflato materno con cui la Chiesa è chiamata ad esprimersi.

E ancora per aumentare la consapevolezza che Maria, in quanto Madre, non abbandona mai i suoi figli e non arrossisce dei loro sbagli.

Il Frassinetti ci riconoscerà come continuatori della sua devozione e Maria come i suoi figli?

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