La pastorale vocazionale costituisce una sfida fondamentale per la pastorale giovanile, non solo per la enorme sproporzione tra i crescenti bisogni della Chiesa e dei giovani e lo scarso numero di vocazioni alla vita religiosa e sacerdotale, ma sopratutto per la sempre maggiore consapevolezza da parte delle comunità cristiane della responsabilità di ogni battezzato nell’impegno di evangelizzare e per trasformare la cultura e società contemporanea secondo il Vangelo.
I giovani d’oggi vivono una cultura sempre più globalizzata, che offre loro inedite possibilità di educazione ed una maggiore qualità di vita, attorno a valori come l’auto-realizzazione, i rapporti immediati e gratificanti, la libertà e la tolleranza.
L’acceso sempre sempre maggiore dei giovani a beni e servizi promuove sovente una visione consumista e mercantilista della vita, pensata come gratificazione immediata dei propri bisogni e delle proprie attese, nella quale tutto sembra valutarsi sulla base dei vantaggi che si ricevono o del prezzo che si paga.
La cultura dell’ambiente è sempre più secolare: i valori trascendenti e religiosi sono emarginati e si favorisce un relativismo etico; si considera la religione un affare privato che non deve interferire nelle opzioni quotidiane di vita. Ciò malgrado, in tale ambiente cresce anche una diffusa nostalgia del profondo, una ricerca di silenzio e di forme diverse di religiosità che, pur segnate dal soggettivismo e dalla frammentazione, spingono i giovani ad una inquieta ricerca del senso della vita e di esperienze significative di donazione e di servizio.