Ricordando p. Bernard Atendido
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Miei cari,
l’esperienza che abbiamo vissuto il 20 giugno scorso, alle ore 13:00, e che stiamo ancora patendo, è la separazione, lo sgomento, lo strappo: p. Bernard Atendido è stato chiamato ad abbandonare la vita. È stata una lacerazione da cui è sgorgato tanto dolore.
L’intelligenza e il cuore si rifiutano di accogliere l’evidenza e gridano con forza quella domanda che ci martella e ci toglie la serenità e la pace: Perché? Perché Signore? Perché, proprio lui, in un momento in cui a tutt’altro si poteva pensare, di tutt’altro ci si poteva aspettare? Tu che hai conosciuto il dolore, Tu a cui la vita è stata strappata sulla croce, Tu dov’eri quando tutta la nostra Congregazione si rivolgeva a te nella preghiera fervente e ti chiedeva di guarire il nostro giovane confratello?
Dov’eri Signore? Perché lo hai permesso? Ti è convenuto? Sono così pochi i tuoi ministri in questa terra…Stava lavorando per Te con tanto entusiasmo e il popolo di Dio lo seguiva con affetto e stima;avrebbe potuto donarsi ancora per tanti anni alla causa del tuo Regno qui in terra. Quale vantaggio portarlo via in cielo?
Sono queste le domande, gli interrogativi e le riflessioni angosciate che tutti ci stiamo facendo. Abbiamo bisogno di capire, di farcene una ragione, abbiamo bisogno di Te, o Signore! So bene che a queste domande non c’è una risposta adeguata e mi rifiuto di pensare che tu, il Dio della vita, lo abbia voluto con Te, in paradiso, per un capriccio o perché sei un Dio paranoico e invidioso della nostra libertà, che vuoi onore e rispetto, solitario e nevrotico dittatore.
Quel perché detto in mille modi, tra lacrime e singhiozzi, non avrà alcuna risposta se non nella Parola, in particolare quella pronunziata dal Signore stesso nel Vangelo di Giovanni: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?» (Gv 11,25-26). Proprio questa parola mi è venuta incontro, mentre riflettevo e combattevo con i miei pensieri – come molti di noi, immagino – e il sussurro della Tua voce, o Signore, mi ha consolato e donato luce.
Non ci confortano le altre parole, le parole della vita terrena; non ci danno speranza né quelle parole che consegnano la continuazione di una vita al solo ricordo dei cari, né tantomeno quelle che ammutoliscono davanti alla fine, pensando che la morte polverizzi tutto. Possibile che in un attimo svaniscano per sempre progetti, sacrifici, desideri, sogni. Possibile che in un istante siano annientati l’amore ricevuto e offerto, le gioie e gli slanci dell’esistenza di un sacerdote? Possibile che una malattia così repentina possa cancellare per sempre la vita promettente di un consacrato ancora giovane?
Noi sentiamo che se la nostra esistenza finisse con la morte, se le nostre speranze fossero destinate al nulla eterno, se i nostri passi terreni, spesso incerti e faticosi, scivolassero in un abisso oscuro, la vita intera perderebbe senso. Non siamo dentro ad un immenso inganno, vittime di un ingranaggio che gira a vuoto. Siamo dentro ad un immenso abbraccio, l’abbraccio di un Padre che ci attende “per sempre”, “in eterno”, donandoci una vita senza fine.
Allora, Signore, ti chiediamo di comprenderci, di ascoltarci, di esserci vicino, così come lo sei stato accanto a Marta e Maria, per la morte del fratello Lazzaro e alla povera vedova di Nain affranta dal dolore per la morte del giovane figlio. Anche a noi tu ripeti: “Non piangere”, noi che vorremmo aggrapparci ad ogni cosa per non lasciarci scippare la presenza di p. Bernard.
Tutti abbiamo sofferto e stiamo soffrendo. Abbiamo un grande vuoto, perché il nostro caro confratello non c’è più. E questo vuoto non può essere riempito da nessuno, perché quello era il posto di p. Bernard. Questa riflessione se da un lato ci fa stare male, dall’altro, se ci pensiamo bene, ha anche un risvolto bello, perché questo vuoto ci permette di averlo sempre con noi, di ricordarci sempre di lui, di non dimenticarci mai della sua vita con noi, per la Congregazione, per la Chiesa.
Pertanto, desidero anzitutto dar voce al senso di gratitudine al Signore per il dono di p. Bernard, per la sua persona, per la sua vita di consacrazione nei voti religiosi, per il suo ministero sacerdotale e per il bene con cui ha ricolmato la sua esistenza nei servizi e nelle attività che ha eseguito con magnanimità per la nostra Congregazione e per il popolo di Dio a lui affidato.
Nacque il 14 giugno 1970 a Palanas, Masbate (Filippine), figlio di Carlito e Amparo Pilejera, il primo di 6 fratelli (5 fratelli e 1 sorella); fu battezzato il 27 giugno dello stesso anno presso la parrocchia The Holy Name of Jesus in Palanas.
Si è diplomato in Educazione Elementare presso Southern University of Cebu City (Filippine) nel 1991 e il 27 settembre 1993 è entrato nel nostro seminario di Manila.
Il 21 novembre 1994 ha iniziato il noviziato canonico presso la nostra casa di formazione a Poiano (VR), ha professato i voti di consacrazione il giorno 11 novembre 1995 e ha iniziato il curriculum di studi istituzionali presso la Pontificia Università Urbaniana in Roma.
Al termine degli studi filosofici, nel 1997, ha svolto l’anno di tirocinio a Manila, nel nostro seminario Fr. Joseph Frassinetti in Parañaque, come prefetto di disciplina. Ha rinnovato i voti ad annum il giorno 1 novembre 1998, ha poi emesso la professione perpetua il 1 novembre 2000 e ha ricevuto i ministeri del lettorato e dell’accolitato nell’anno 2001.
Il 30 giugno del 2002 è stato ordinato diacono presso la parrocchia S. Paola Frassinetti in Fiumicino, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S. Ecc. Rev.ma Mons. Gino Reali, Vescovo di Porto e Santa Rufina, e il 4 gennaio 2003 è stato ordinato presbitero presso la parrocchia Holy Name of Jesus in Palanas, Masbate (Filippine) per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S. Ecc. Rev.ma Mons. Joel Bayon, Vescovo di Masbate.
Inizialmente, ha ricoperto l’incarico di vicario parrocchiale presso la comunità SS. Nome di Maria (Cagliari) dal 2003 al 2011, impegnandosi nella gestione – a tratti faticosa – della pastorale locale e dedicandosi con entusiasmo alla catechesi dei giovani e alla vita sacramentale della comunità.
È stato, poi, chiamato dall’obbedienza a trasferirsi presso la parrocchia B. V. Maria Immacolata (Giustiniana, Roma), servendo il Signore e la Congregazione amata come vicario parrocchiale ed economo dal 2012 al 2015.
Quindi, nel 2015 gli fu chiesto di mettersi a servizio della comunità S. Maria Stella Maris (Fiumicino) come Parroco, e fu nominato superiore nella stessa comunità religiosa a partire dal 2019.
Padre Bernard era una persona solare, sorridente, luminosa, sensibile, cordiale, generosa. Amava profondamente la vita e tutte le cose belle e sane del vivere, quelle che procurano gioia. Aveva innata l’attitudine a meravigliarsi del buono e del bello che incontrava. Amava molto la nostra Congregazione e ne seguiva con interesse e partecipazione gioiosa tutte le sue attività. Era sempre felice e compiaciuto della sua consacrazione religiosa e del suo servizio al nostro Istituto; più volte lo ha dimostrato con la sua obbedienza senza riserve e attraverso il suo abbandonarsi fiducioso a quanto gli veniva richiesto, sempre molto rispettoso dei superiori locali e maggiori. Così si esprimeva: «È una grande benedizione per me essere qui tra i Figli di Santa Maria Immacolata. Essere un membro della Congregazione è un grande dono di Dio» (Lettera dell’8 settembre 1995); «Ringrazio al Signore che mi ha donato questa vocazione e mi ha fatto incontrare questa famiglia religiosa dei Figli di Santa Maria Immacolata, alla quale desidero ardentemente appartenere per sempre!» (Lettera del 12 settembre 2000).
Era piacevole stare con lui in fraternità, era sempre disponibile alla comunione, al dialogo, all’amicizia. Aveva il dono dell’accoglienza e dell’ascolto verso tutti. Tanti hanno ricordato episodi in cui si è allegramente scomodato per farsi vicino, per comunicare simpatia, per ascoltare e per comprendere.
Negli ultimi tempi, in più occasioni, mi ha condiviso la sua felicità di essere a servizio della comunità di Stella Maris, per la quale si dedicava senza risparmiarsi e con grande generosità: «mi interessa, desidero condividere, sono attento, voglio farmi vicino, partecipare…», non si stancava di ripetere.
Ha sempre preferito e scelto l’atteggiamento del servizio, che nasce dalla voglia sincera di comprendere, di coinvolgersi, di farsi prossimo. È una lezione che spero non vada perduta, vorrei anzi che diventasse un punto fermo dello stile di tutti noi FSMI, in modo particolare dei giovani in formazione, verso cui lui aveva sempre un’attenzione particolare e ai quali la delicatezza e l’empatia del nostro caro p. Bernard mancherà molto.
…Tu, o Signore, eri vicino a p. Bernard proprio mentre i suoi occhi si chiudevano e la vita sfilava via. Eri lì per tendergli un abbraccio rassicurante, ne siamo sicuri! Eri lì accanto a lui per farlo sentire a casa, nella tua casa di luce, bellezza e pace.
Caro p. Bernard noi tutti desideriamo ringraziarti per il ministero che hai svolto tra di noi e con noi. Hai saputo camminare con i tempi e con la gente. Anche in questi ultimi anni che vedono le nostre comunità sempre più toccate da grandi processi culturali, sanitari e sociali che mettono a dura prova la fede, hai saputo non arrenderti e continuare con fiducia ed entusiasmo a donarti nel servizio verso tutti.
Dal cielo, dove ti consegniamo alla misericordia del Padre, comincia una nuova fase del tuo ministero, quello dell’intercessione che si fa forte di tutte le voci della Gerusalemme celeste. Chiedi al Padre buono di donare ai nostri giovani un animo docile, coraggioso, disponibile al suo dolce invito “vieni e seguimi”. Chiedi al Padre santo per tutti noi FSMI il conforto nel lavoro apostolico, la protezione dalle ansie e dalle preoccupazioni, la conferma nella fedeltà e nella perseveranza, la gioia dell’appartenenza. Chiedi al Padre eterno per ciascuno dei tuoi confratelli la serena convivenza in fraternità, il coraggio dell’annuncio evangelico, la gioia del servizio ai giovani e alle vocazioni nella ferialità dei giorni.
Maria Madre di Gesù e nostra consolatrice, che ha sperimentato il dolore e la perdita del suo Figlio sotto la croce, ti accolga con amore di madre e ti conduca al suo Figlio Gesù, in quel Regno di luce infinita dove non c’è sofferenza, pianto e lutto, ma solo pace per sempre.
Vivi in Dio, caro p. Bernard!
p. Roberto Amici
Superiore Generale
Lettera di famiglia n.ro 65
Roma, 24 giugno 2022
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